CELLULARI PER BENEFICENZA

Gruppo missioni Terzo Mondo

Segnaliamo una bellissima iniziativa del Gruppo Missioni Terzo Mondo della Parrocchia di Carpendo (www.gruppomissioniterzomondo.org) che coinvolge anche la nostra Parrocchia.

In patronato, vicino al bar, potete trovare infatti un raccoglitore dove potete depositare i vostri vecchi (ma funzionanti) cellulari, i quali verranno riciclati o rigenerati dalla società Comprocellulari.it che devolverà il ricavato al Gruppo Missioni Terzo Mondo.

Cellulariperbeneficenza.it

Gruppo missioni Terzo Mondo

 

GRUPPO MISSIONI TERZO MONDO è un gruppo di volontari della parrocchia di Carpenedo-Mestre che opera da 20 anni a favore dei bambini dell’India, del Kenya e delle Filippine attraverso le adozioni a distanza e la realizzazione di specifici progetti di primaria importanza per i bisogni dell’infanzia. Opera direttamente sul posto con i referenti delle strutture locali.
Contatti:

ASSOCIAZIONE GRUPPO MISSIONI TERZO MONDO
Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio
30174 Carpenedo, Mestre (VE)
E-mail: gruppomissioni@parrocchiacarpenedo.it
sito : www.gruppomissioniterzomondo.org
Facebook : https://www.facebook.com/gruppomissioni.terzomondo

Appuntamenti per la Quaresima

A TUTTA QUARESIMA!!!

Quaresima 2015

Partono alcune proposte per camminare durante questo tempo di quaresima:

    • UN PANE PER AMOR DI DIO è la raccolta che permette di dare alle nostre rinunce un significato reale e universale. Essa ci permette di far giungere il frutto del nostro digiuno ai missionari veneziani, perché possano aiutare le persone a cui sono inviati a vivere una vita meno difficile e più autentica.Perciò, la preghiera suggerisce, il digiuno risponde e l’elemosina realizza. La Quaresima così non rimane un pio esercizio di virtù cristiane, ma diventa veramente il “tempo favorevole” per riaccendere il fuoco della missione in ogni battezzato e l’occasione per accogliere e annunciare il Regno di Dio e la sua giustizia fino ai confini della Terra.
    • LA RECITA DELLA PREGHIERA DELLE LODI ogni mattina dal lunedì al venerdì alle ore 07.00
    • OGNI GIOVEDÌ SERA (A PARTIRE DAL 26 FEBBRAIO) ALLE ORE 20.40 CI TROVIAMO ASSIEME A LEGGERE IL VANGELO DELLA DOMENICA SUCCESSIVA
    • La “VIA CRUCIS”: ogni venerdì alle ore 17.00 in chiesa. Un gesto semplice per contemplare e non dimenticare il grande dono d’amore di Gesù.

INIZIA LA QUARESIMA

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

PER LA QUARESIMA 2015

 Rinfrancate i vostri cuori (Gc 5,8)

Cari fratelli e sorelle, la Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Soprattutto però è un “tempo di grazia” (2 Cor 6,2). Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade. Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… allora il nostro cuore cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene. Questa attitudine egoistica, di indifferenza, ha preso oggi una dimensione mondiale, a tal punto che possiamo parlare di una globalizzazione dell’indifferenza. Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare. Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le risposte a quelle domande che continuamente la storia gli pone. Una delle sfide più urgenti sulla quale voglio soffermarmi in questo Messaggio è quella della globalizzazione dell’indifferenza. L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano. Dio non è indifferente al mondo, ma lo ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza di ogni uomo. Nell’incarnazione, nella vita terrena, nella morte e risurrezione del Figlio di Dio, si apre definitivamente la porta tra Dio e uomo, tra cielo e terra. E la Chiesa è come la mano che tiene aperta questa porta mediante la proclamazione della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, la testimonianza della fede che si rende efficace nella carità (cfr Gal 5,6). Tuttavia, il mondo tende a chiudersi in se stesso e a chiudere quella porta attraverso la quale Dio entra nel mondo e il mondo in Lui. Così la mano, che è la Chiesa, non deve mai sorprendersi se viene respinta, schiacciata e ferita. Il popolo di Dio ha perciò bisogno di rinnovamento, per non diventare indifferente e per non chiudersi in se stesso. Vorrei proporvi tre passi da meditare per questo rinnovamento.

  1. “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono” (1 Cor 12,26) – La Chiesa

La carità di Dio che rompe quella mortale chiusura in se stessi che è l’indifferenza, ci viene offerta dalla Chiesa con il suo insegnamento e, soprattutto, con la sua testimonianza. Si può però testimoniare solo qualcosa che prima abbiamo sperimentato. Il cristiano è colui che permette a Dio di rivestirlo della sua bontà e misericordia, di rivestirlo di Cristo, per diventare come Lui, servo di Dio e degli uomini. Ce lo ricorda bene la liturgia del Giovedì Santo con il rito della lavanda dei piedi. Pietro non voleva che Gesù gli lavasse i piedi, ma poi ha capito che Gesù non vuole essere solo un esempio per come dobbiamo lavarci i piedi gli uni gli altri. Questo servizio può farlo solo chi prima si è lasciato lavare i piedi da Cristo. Solo questi ha “parte” con lui (Gv 13,8) e così può servire l’uomo. La Quaresima è un tempo propizio per lasciarci servire da Cristo e così diventare come Lui. Ciò avviene quando ascoltiamo la Parola di Dio e quando riceviamo i sacramenti, in particolare l’Eucaristia. In essa diventiamo ciò che riceviamo: il corpo di Cristo. In questo corpo quell’indifferenza che sembra prendere così spesso il potere sui nostri cuori, non trova posto. Poiché chi è di Cristo appartiene ad un solo corpo e in Lui non si è indifferenti l’uno all’altro. “Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui” (1 Cor 12,26). La Chiesa è communio sanctorum perché vi partecipano i santi, ma anche perché è comunione di cose sante: l’amore di Dio rivelatoci in Cristo e tutti i suoi doni. Tra essi c’è anche la risposta di quanti si lasciano raggiungere da tale amore. In questa comunione dei santi e in questa partecipazione alle cose sante nessuno possiede solo per sé, ma quanto ha è per tutti. E poiché siamo legati in Dio, possiamo fare qualcosa anche per i lontani, per coloro che con le nostre sole forze non potremmo mai raggiungere, perché con loro e per loro preghiamo Dio affinché ci apriamo tutti alla sua opera di salvezza.

  1. “Dov’è tuo fratello?” (Gen 4,9) – Le parrocchie e le comunità

Quanto detto per la Chiesa universale è necessario tradurlo nella vita delle parrocchie e comunità. Si riesce in tali realtà ecclesiali a sperimentare di far parte di un solo corpo? Un corpo che insieme riceve e condivide quanto Dio vuole donare? Un corpo, che conosce e si prende cura dei suoi membri più deboli, poveri e piccoli? O ci rifugiamo in un amore universale che si impegna lontano nel mondo, ma dimentica il Lazzaro seduto davanti alla propria porta chiusa ? (cfr Lc 16,19-31). Per ricevere e far fruttificare pienamente quanto Dio ci dà vanno superati i confini della Chiesa visibile in due direzioni. In primo luogo, unendoci alla Chiesa del cielo nella preghiera. Quando la Chiesa terrena prega, si instaura una comunione di reciproco servizio e di bene che giunge fino al cospetto di Dio. Con i santi che hanno trovato la loro pienezza in Dio, formiamo parte di quella comunione nella quale l’indifferenza è vinta dall’amore. La Chiesa del cielo non è trionfante perché ha voltato le spalle alle sofferenze del mondo e gode da sola. Piuttosto, i santi possono già contemplare e gioire del fatto che, con la morte e la resurrezione di Gesù, hanno vinto definitivamente l’indifferenza, la durezza di cuore e l’odio. Finché questa vittoria dell’amore non compenetra tutto il mondo, i santi camminano con noi ancora pellegrini. Santa Teresa di Lisieux, dottore della Chiesa, scriveva convinta che la gioia nel cielo per la vittoria dell’amore crocifisso non è piena finché anche un solo uomo sulla terra soffre e geme: “Conto molto di non restare inattiva in cielo, il mio desiderio è di lavorare ancora per la Chiesa e per le anime” (Lettera 254 del 14 luglio 1897). Anche noi partecipiamo dei meriti e della gioia dei santi ed essi partecipano alla nostra lotta e al nostro desiderio di pace e di riconciliazione. La loro gioia per la vittoria di Cristo risorto è per noi motivo di forza per superare tante forme d’indifferenza e di durezza di cuore. D’altra parte, ogni comunità cristiana è chiamata a varcare la soglia che la pone in relazione con la società che la circonda, con i poveri e i lontani. La Chiesa per sua natura è missionaria, non ripiegata su se stessa, ma mandata a tutti gli uomini. Questa missione è la paziente testimonianza di Colui che vuole portare al Padre tutta la realtà ed ogni uomo. La missione è ciò che l’amore non può tacere. La Chiesa segue Gesù Cristo sulla strada che la conduce ad ogni uomo, fino ai confini della terra (cfr At 1,8). Così possiamo vedere nel nostro prossimo il fratello e la sorella per i quali Cristo è morto ed è risorto. Quanto abbiamo ricevuto, lo abbiamo ricevuto anche per loro. E parimenti, quanto questi fratelli possiedono è un dono per la Chiesa e per l’umanità intera. Cari fratelli e sorelle, quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!

  1. “Rinfrancate i vostri cuori !” (Gc 5,8) – Il singolo fedele

Anche come singoli abbiamo la tentazione dell’indifferenza. Siamo saturi di notizie e immagini sconvolgenti che ci narrano la sofferenza umana e sentiamo nel medesimo tempo tutta la nostra incapacità ad intervenire. Che cosa fare per non lasciarci assorbire da questa spirale di spavento e di impotenza? In primo luogo, possiamo pregare nella comunione della Chiesa terrena e celeste. Non trascuriamo la forza della preghiera di tanti! L’iniziativa 24 ore per il Signore, che auspico si celebri in tutta la Chiesa, anche a livello diocesano, nei giorni 13 e 14 marzo, vuole dare espressione a questa necessità della preghiera. In secondo luogo, possiamo aiutare con gesti di carità, raggiungendo sia i vicini che i lontani, grazie ai tanti organismi di carità della Chiesa. La Quaresima è un tempo propizio per mostrare questo interesse all’altro con un segno, anche piccolo, ma concreto, della nostra partecipazione alla comune umanità. E in terzo luogo, la sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. E potremo resistere alla tentazione diabolica che ci fa credere di poter salvarci e salvare il mondo da soli. Per superare l’indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza, vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (Lett. enc. Deus caritas est, 31). Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro. Per questo, cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi Cristo in questa Quaresima: “Fac cor nostrum secundum cor tuum”: “Rendi il nostro cuore simile al tuo” (Supplica dalle Litanie al Sacro Cuore di Gesù). Allora avremo un cuore forte e misericordioso, vigile e generoso, che non si lascia chiudere in se stesso e non cade nella vertigine della globalizzazione dell’indifferenza. Con questo auspicio, assicuro la mia preghiera affinché ogni credente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto l’itinerario quaresimale, e vi chiedo di pregare per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca.

BUON NATALE!!!!

natività 2Caro Gesù bambino,

 

non so se ancora oggi qualcuno ti scrive la letterina di Natale. Oggi, forse, tanti bambini la scrivono a Babbo Natale. Io, quest’anno, voglio tornare a scriverla. Ecco, allora, la mia letterina di Natale. Quando si è bambini solitamente si scrive di non aver fatto troppi capricci (e quindi di meritare il tanto sognato regalo), si chiede la salute per mamma e papà, da mangiare per chi non ce l’ha e la pace per tutti. Come sarei tentato di chiedertelo anch’io! Caro Gesù bambino ti chiedo la pace nel mondo, la salute per chi non ce l’ha, da mangiare per chi muore di fame.

Sarei tentato di scrivertelo, ma poi mi fermo, perché non sono più un bambino, non sono più ingenuo e so che queste cose non piovono dal cielo.

Poi ti guardo nei tanti presepi che vedo in questo periodo e che cosa vedo? Un bambino piccolo, fragile e indifeso. Ma allo stesso tempo vedo un Dio strano, che non sempre capisco, che non fa le cose come le vorrei io, ma che certo c’è e mi vuole bene e mi dona la cosa più piccola e indifesa ma allo stesso tempo anche la più bella e importante: la speranza del domani. Perché un bambino è si indifeso, ma nella sua fragilità ci dice che un domani ci sarà, che la vita continua; un bambino è una gioia del presente ma soprattutto una speranza per il futuro. Allora, caro Gesù, capisco che tu, dalla tua culla, mi dici di non lasciarmi rubare la speranza, mi dici che il non essere ingenui non significa non saper guardare al domani con gioia, non significa non saper sognare.

Alla fine quindi sarei ancora tentato di chiederti la pace, la salute, il mangiare per tutti. Dopo tanti anni, però, questo tutti non è più generico ma ha acquistato un volto, un nome, una storia.

Allora, caro Gesù bambino, mi ritrovo a chiederti non tanto la pace, la salute, il mangiare per tutti ma la gioia per quella persona, la compagnia per quell’altra, la stabilità economica per quella famiglia, la salute per quel malato, la forza di reagire per un altro ancora, la capacità di decidersi e un po’ più di sicurezza per quell’insicuro … Come sarebbe lungo l’elenco!

Caro Gesù bambino l’augurio che quest’anno voglio fare a tutti è di trovare ascolto presso di te; i Magi ti hanno portato oro incenso e mirra: io ti porto le fatiche e le preghiere di tutti, tu, in cambio, dona a tutti la gioia e la speranza che solo un bambino sa dare.

Don Marco

Ripartono i Gruppi di Ascolto

parola di dioHo pensato di raccontare alla mia comunità, la mia esperienza nei Gruppi d’Ascolto.

L’anno scorso, venuta a conoscenza di questi gruppi d’ascolto ho deciso di parteciparvi, un po’ per curiosità, un po’ per sfida con me stessa, un po’ per fare nuove conoscenze.

In realtа ho capito poi, che era solo un opportunità che mi dava il Signore.

Ascoltare, riflettere e rapportarmi con la parola del Signore, attraverso le lettere di San Paolo è stata una bella esperienza, interessante e coinvolgente, era come bere acqua in un deserto.

Si, mi sono ritrovata deserto, e assetata della Parola di Cristo.

Durante questo cammino mi sono resa conto che il Signore ti chiama attraverso percorsi strani, molte volte non li percepiamo, presi dalla nostra quotidianitа , dalle nostre preoccupazioni, dai nostri affanni.

Ignari e inconsapevoli, procediamo imbronciati e scontenti.

Vi trasmetto questa mia riflessione perché possa servire a qualcuno che si trova in un momento di deserto nella sua vita, affinchè attraverso questi gruppi d’ascolto scopra il grande dono dell’AMORE DI DIO.

Daniela Barbato

I gruppi di ascolto si trovano ogni giovedì:

  • alle ore 16.00 in patronato
  • alle ore 16.30 in patronato
  • alle ore 20.30 in via Beccaria 22/d presso la famiglia Schianta