Un tweet dai gruppi d’ascolto…

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Il Vangelo secondo Matteo – 10^ Icona

Qui tra noi c’è chi partecipa ai Gruppi d’Ascolto dal loro nascere, più di vent’anni fa, e dice che ogni volta è venuto agli incontri con poco ma è tornato a casa con molto perché la Parola di Dio moltiplica l’effetto…

tweetGesù è chiaro: non Gli piacciono gli ipocriti e neppure i falsi profeti, i compromessi e neppure le mezze misure. Ciò che di noi si mostra deve corrispondere a ciò che si è. Non si può “predicare bene e razzolare male”. Non è sufficiente dire di essere cristiani. Occorre agire da cristiani, con un impegno perseverante per passare dalla parola ai fatti, amando in modo concreto ed operoso, facendo agli altri quello che vorremmo che gli altri facessero a noi. Non c’è vera fede senza quell’impegno morale che Gesù ci indica come una porta stretta, faticosa, che possiamo scegliere o no di percorrere, scommettendo sulla nostra libertà. E seguendo le parole di Cristo avremo costruito la nostra casa su di Lui, la nostra roccia. ATTENZIONE!!!

Un tweet dai gruppi di ascolto…

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Il Vangelo secondo Matteo tweet
9^ Icona

Mi fido di Te….

Il tema della fiducia è un tema essenziale e impegnativo, che sta in equilibrio tra affido e impegno, senza giustificare la pigrizia o assecondare l’ansia. Il Signore ci invita a fare un percorso che parta dall’intelligenza per giungere al cuore e, dal cuore giunga alla fede. Dall’intelligenza al cuore. Davanti a tanta armonia, il cuore si converte, si commuove: esiste un Dio che conta i capelli del mio capo e che si occupa di due passeri…

La fede nasce dal credere che questo Dio che veste i gigli del campo veste anche me! Non facendomi trovare i vestiti all’uscio, ma facendo della mia vita un percorso che mette il Regno di Dio e la giustizia al centro, il resto arriverà in sovrappiù.

Per sorella provvidenza, Ti ringraziamo!

Aprite le porte alla vita

98DFA1C8-CEEB-4277-96A9-AE1BA1351028Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente

per la 42ª Giornata Nazionale per la Vita

2 febbraio 2020

Aprite le porte alla Vita

Desiderio di vita sensata

1. “Che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna? (Mt 19,16). La domanda che il giovanerivolge a Gesù ce la poniamo tutti, anche se non sempre la lasciamo affiorare con chiarezza: rimane sommersa dalle preoccupazioni quotidiane. Nell’anelito di quell’uomo traspare il desiderio di trovare un senso convincente all’esistenza.

Gesù ascolta la domanda, l’accoglie e risponde:Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti (v. 17). La risposta introduce un cambiamento – da avere a entrare – che comportaun capovolgimento radicale dello sguardo: la vita non è un oggetto da possedere o un manufatto da produrre, è piuttosto una promessa di bene, a cui possiamo partecipare, decidendo di aprirle le porte. Così la vita nel tempo è segno della vita eterna, che dice la destinazione verso cui siamo incamminati.

Dalla riconoscenza alla cura

2. È solo vivendo in prima persona questa esperienza che la logica della nostra esistenza può cambiare e spalancare le porte a ogni vita che nasce. Per questo papa Francesco ci dice: “L’appartenenza originaria alla carne precede e rende possibile ogni ulteriore consapevolezza e riflessione. All’inizio c’è lo stupore. Tutto nasce dalla meraviglia e poi pian piano ci si rende conto che non siamo l’origine di noi stessi. Possiamo solo diventare consapevoli di essere in vita una volta che già l’abbiamo ricevuta, prima di ogni nostra intenzione e decisione. Vivere significa necessariamente essere figli, accolti e curati, anche se talvolta in modo inadeguato.

È vero. Non tutti fanno l’esperienza di essere accolti da coloro che li hanno generati: numerose sono le forme di aborto, di abbandono, di maltrattamento e di abuso.

Davanti a queste azioni disumane ogni persona prova un senso di ribellione o di vergogna. Dietro a questi sentimenti si nasconde l’attesa delusa e tradita, ma può fiorire anche la speranza radicale di far fruttare i talenti ricevuti (cfr. Mt 25, 16-30). Solo così si può diventare responsabili verso gli altri e “gettare un ponte tra quella cura che si è ricevuta fin dall’inizio della vita, e che ha consentito ad essa di dispiegarsi in tutto l’arco del suo svolgersi, e la cura da prestare responsabilmente agli altri.

Se diventiamo consapevoli e riconoscenti della porta che ci è stata aperta, e di cui la nostra carne, con le sue relazioni e incontri, è testimonianza, potremo aprire la porta agli altri viventi. Nasce da qui l’impegno di custodire e proteggere la vita umana dall’inizio fino al suo naturale termine e dicombattere ogni forma di violazione della dignità, anche quando è in gioco la tecnologia o l’economia.

La cura del corpo, in questo modo, non cade nell’idolatria o nel ripiegamento su noi stessi, ma diventa la porta che ci apre a uno sguardo rinnovato sul mondo intero: i rapporti con gli altri e il creato.

Ospitare l’imprevedibile

3. Sarà lasciandoci coinvolgere e partecipando con gratitudine a questa esperienza che potremo andare oltre quella chiusura che si manifesta nella nostra società ad ogni livello. Incrementando la fiducia, la solidarietà e l’ospitalità reciproca potremo spalancare le porte ad ogni novità e resistere alla tentazione di arrendersi alle varie forme di eutanasia.

L’ospitalità della vita è una legge fondamentale: siamo stati ospitati per imparare ad ospitare. Ogni situazione che incontriamo ci confronta con una differenza che va riconosciuta e valorizzata, non eliminata, anche se può scompaginare i nostri equilibri.

È questa l’unica via attraverso cui, dal seme che muore, possono nascere e maturare i frutti (cf Gv12,24). È l’unica via perché la uguale dignità di ogni persona possa essere rispettata e promossa, anche là dove si manifesta più vulnerabile e fragile. Qui infatti emerge con chiarezza che non è possibile vivere se non riconoscendoci affidati gli uni agli altri. Il frutto del Vangelo è la fraternità.

APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA (27 GENNAIO – 2 FEBBRAIO 2020)

appuntamenti

Lunedì 27 gennaio ore 20.30 presso il patronato di S. Michele corso in preparazione al matrimonio

Martedì 28 gennaio ore 17.00 catechismo elementari e medie

Giovedì 30 gennaio ore 16.30 gruppo di ascolto in parrocchia

Giovedì 30 gennaio ore 17.00 incontro 1° 2° superiore patronato catene

Giovedì 30 gennaio ore 20.40 prove di canto in chiesa

Giovedì 30 gennaio ore 20.40 gruppo di ascolto via Beccaria 22/d (casa Schianta)

Venerdì 31 gennaio ore 20.30 corso animatori a Zelarino

Venerdì 31 gennaio ore 20.40 incontro gruppo liturgico

Domenica 2 febbraio GIORNATA PER LA VITA

Domenica 2 febbraio ore 11.00 (dopo la S. Messa) incontro genitori per la prima comunione

Un tweet dai gruppi di ascolto: Il Vangelo secondo Matteo – 6^ Icona

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Le beatitudini: percezione dell’Amore di Dio nell’impegno e nella prova

La pagina delle beatitudini è fuoco che divampa, perché racconta cosa pensa Dio della tweetfelicità. E come si fa a raggiungerla. Perché descrive la profonda identità di Gesù. Sono parole “pesanti”, che superficialmente ci fanno pensare che Gesù elogi la sfortuna ,i perseguitati, i tristi…niente di più sbagliato! Dio non ama il dolore, né ci invita alla rassegnazione.

Quando Gesù parla di felicità, usa il verbo futuro. Perché è verso il futuro che dobbiamo guardare per essere felici. Non ci aspetta una ricompensa per aver sopportato il dolore. Ma vivere in una certa logica, anche se costa dolore, è la direzione giusta per entrare nella felicità di Dio.

Beati quelli che si assumono le proprie responsabilità, che non scaricano sugli altri, che hanno il coraggio di pagare fino in fondo le proprie scelte, e anche i propri errori. Beati i discepoli che non rinnegano la loro fede per paura. Così ha vissuto Gesù, lo sappiamo. E ora tocca a noi, se lo vogliamo. Giorno per giorno, un pezzo di Beatitudine alla volta, per cambiare il nostro cuore, per convertire noi stessi e il mondo. Seduti, ai piedi del monte, ad ascoltare, accogliere, fare nostre le Sue parole.