AVVENTO 2019

Inizia un nuovo anno liturgico, di nuovo; riparte l’Avvento, di nuovo; ci prepariamo al Natale, di nuovo…
Tutto già visto? Perché rifare sempre le stesse cose?

Il ricominciare della liturgia, l’iniziare ogni anno la preparazione al Natale non è semplice monotonia o ripetitività ma segno del sempre possibile ricominciare del credente. La vita, e la vita di fede non fa eccezione, è fatta di nuovi inizi, di cadute e ripartenze. Il credente può sempre ricominciare, ripartire, rimettersi in moto.
La parola che descrive meglio il tempo di Avvento è attesa. Una parola che, forse, oggi non va per la maggiore. In un contesto iperveloce e iperproduttivo il tempo dell’attesa rischia di essere visto come un tempo morto, un tempo perso. Non è così: l’attesa, che non è semplice non far niente, scava dentro di noi uno spazio di accoglienza, crea una tensione verso qualcosa o qualcuno, diventa preparazione del domani, una incubatrice di futuro.

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La verità è che tutti noi attendiamo qualcosa, fosse anche soltanto il black Friday. Non dimentichiamoci che noi siamo depositari di una promessa: ci è stata fatta una promessa. La promessa che un senso alla vita c’è, che un giorno la risposta alle nostre domande la troveremo, che la vita può essere bella, ricca, piena. Non dimentichiamoci che noi attendiamo la realizzazione di questa promessa e non dimentichiamo che questa promessa viene mantenuta in Gesù: ecco il Natale, ecco l’avvento, ecco l’attesa.
Buon cammino, buon avvento, buona attesa a tutti.

Don Marco

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